Redattore editoriale: chi è e cosa fa

Che mestiere fa, esattamente, un redattore? E che cosa cerca chi pubblica in un annuncio “Cercasi redattore”?

La qualifica di “redattore editoriale” riesce a essere vaga a sufficienza per confondere i neofiti e spesso anche clienti e datori di lavoro. L’espressione è curiosamente usata per due ambiti distinti:

  • il redattore = autore di testi (quindi un aspirante giornalista, un autore di recensioni, un redattore tecnico che scrive manuali d’uso, lo stagista tuttofare della redazione di un quotidiano…) destinati alla stampa o a Internet (ossia un redattore web, un blogger e categorie affini);
  • il redattore = revisore di testi (quindi un correttore di bozze, un junior editor, un tuttofare che verifica e rielabora testi).

Le due possibilità si sfiorano nell’area comune nella quale alla stessa persona capita di correggere alcuni testi e scriverne (o riscriverne) altri, per esempio nelle redazioni di periodici, negli uffici stampa, in studi editoriali che si occupano di progetti diversificati.

Il neolaureato che vuole diventare redattore editoriale, e vuole esserlo nel modo più completo, dovrebbe cercare di imparare un po’ tutti gli aspetti della professione, per poi eventualmente specializzarsi su uno o due.

Il consiglio è di scegliere bene fra i corsi e i master universitari selezionando quelli più completi (meglio se comprendenti uno stage) e di non accontentarsi di una collaborazione trimestrale con un piccolo editore, ma cercare di infilarsi via via in contesti diversi, stimolanti, che si occupano di settori differenti:

  • correzione bozze
  • editing
  • cucina editoriale
  • ricerca iconografica
  • scrittura creativa
  • copywriting e ghostwriting

Certo non è facile, il mercato è saturo direbbe qualcuno, ma è noto che per diventare bravi scorciatoie non ce ne sono.

A chi volesse orientarsi un po’ meglio sulla professione consigliamo la lettura di un documento gentilmente messo a disposizione da Alessandro Miglio: si tratta della dispensa di un intervento da lui tenuto nell’ambito di un corso per redattori editoriali, e s’intitola appunto “Chi è il redattore?“. 

Per un’idea generale dei meccanismi dell’editoria, invece, rimandiamo al già citato I mestieri del libro, di Oliviero Ponte di Pino, TEA 2008 (è datato, ma ancora utile).

11 pensieri su “Redattore editoriale: chi è e cosa fa

  1. Anche dietro la parola “copywright” si nasconde un mondo fatto di 10,000 cose. E si presenta la stessa imprecisione quando ci sono gli annunci: si cerca un web copy? Un blogger? Un giornalista? Un pubblicitario? Uno sceneggiatore? Un documentarista? un web content? Un semplice web writer? Un coordinatore editoriale?

  2. Ad ogni modo, il secondo caso (redattore = revisore) è quello che interessa a noi, e identifica una categoria ampia all’interno della quale possiamo collocare tutte le mansioni necessarie a rendere un contenuto formalmente corretto ed esteticamente accettabile: chi fa la valutazione iniziale, l’editing, la correzione di bozze;

    Salve, la congiunzione “e” preceduta da una virgola è un errore.
    Inoltre è scritta senza la lettera “d” necessaria per dare il corretto suono prima della vocale seguente.
    -Ad ogni modo- ed -e identifica una categoria….- non hanno successione logica sospeso il periodo compreso tra le virgole – il secondo caso è quello che interessa noi-.
    Grazie.
    Dura, eh?

    • Caro Fabio, molte grazie per le tue considerazioni. Concordo in effetti sulla virgola: non so se ascriverei propriamente la sua presenza alla categoria degli errori ma di certo è meglio senza (per approfondire: http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=6234&ctg_id=93). Dissento invece sulla d eufonica: la tendenza generale suggerisce di usarla esclusivamente davanti a vocale uguale, benché davanti a vocale diversa sia ammessa. E’ la ragione per cui, nella maggior parte delle norme editoriali, si chiede di usare “per esempio” e non “ad esempio” per evitare l’unico caso che creerebbe problemi, a causa della consuetudine d’uso. Mi dirai: allora perché hai scritto “Ad ogni modo”? Forse avrei dovuto piuttosto scegliere, per dovere di uniformità, “In ogni modo” o un’altra espressione analoga. E lì non posso che risponderti con il fatto che questi post cercano di essere scritti nell’italiano più corretto possibile, ma non sempre riescono ad avere la pulizia di un libro stampato. Prometto di stare più attenta in futuro!

  3. Salve,
    ho letto con interesse questo blog e vorrei fare una domanda:
    oltre alla figura di correttore di bozze, che entra in gioco successivamente, i testi vanno digitati in maniera per così dire, ‘rudimentale’ – e poi impaginati successivamente prima di passare alle altre fasi secondarie – oppure chi digita il testo svolge sia il compito di dattilografo che di impaginatore grafico del testo?
    Chiedo questo perchè sono molto veloce ed efficente nella digitazione e quindi ciò comporta la possibilita’ di avere un testo su cui lavorare in tempi più rapidi. Questo fattore quanto potrebbe interessare ad un editore o un agenzia letteraria?
    Inoltre conosco la lingua inglese e giapponese (non a livello di poter correggere/migliorare eventuali errori/forme grammaticali – impresa già abbastanza difficile anche solo per la lingua italiana), fattore che potrebbe rivelarsi utile nel caso sia richiesto di leggere e capire in generale un testo scritto in queste due lingue straniere per poter dare una valutazione.
    Non essendo laureata in lettere, mi domando, fino a che punto è sufficiente un diploma per poter svolgere un compito all’interno di un editoria?
    L’ Italia in modo maggiore rispetto altri continenti, è l’unico paese in cui nemmeno con 2 lauree si riesce a trovare lavoro….
    Fin dal mio diploma, ho continuato a guardarmi in tante direzioni confusamente, senza riuscire a trovare veramente la mia strada… non riesco a trovare una via di formazione professionale adeguata, mi sento e mi sono sentita sempre spaesata… ho fatto un corso di operatore grafico Desktop Publishing nel lontano 1995 (!) e ancora oggi mi ritrovo senza una vera professione nelle mani, perchè dopo il corso, sono entrata come gavetta in delle piccole società di grafica, che però non mi hanno fornito i mezzi per poter maturare, al contrario mi hanno sempre scoraggiata e fatta sentire sempre inferiore e improfessionale rispetto a chi era gia’ in societa’ da anni… l’unica ‘formazione’ che ho ottenuto e’ stata quella di perdere totalmente fiducia in me stessa. Come si diventa professionisti, se i corsi danno solo un’ ‘infarinatura’ e quando fai gavetta, non hai il tempo di maturare fino in fondo perchè ti trovi in un ambiente con persone talmente professioniste che ti fanno sentire un ‘pesce fuor d’acqua’?

    Ho davvero qualche speranza in campo di editoria, (dato che comunque ho gia’ avuto modo di lavorare tra tipografi e impaginatori grafici e quindi vorrei continuare su questo ‘percorso’ senza perdere le speranze), oppure devo rinunciarci?

    Ringrazio in anticipo per una vostra eventuale risposta!

    • Cara Speranza, non sono sicura di avere capito bene la tua domanda: in genere il testo arriva già dall’autore in formato elettronico, per esempio in Word, e l’impaginatore lo trasferisce nell’apposito programma (in genere Indesign o Xpress) per, appunto, impaginarlo. Se sei una brava dattilografa potresti senz’altro trovare uno sbocco in aziende in cui questa operazione è necessaria: quando ero all’università ricordo che c’erano diverse copisterie con servizio di battitura testi, non so se con la diffusione universale del computer esistano ancora. Quanto all’editoria, mi pare di capire che il tuo profilo sia già orientato verso il ruolo di impaginatrice, per il quale non è fondamentale una laurea ma piuttosto una serie di competenze tecniche e una certa sensibilità personale. Se la tua formazione è un po’ “datata” ma hai già delle buone basi, potresti secondo me rispolverarla attraverso uno dei tanti corsi (anche on-line, Adobe per esempio organizza dei seminari specifici e gratuiti periodicamente, trovi le informazioni sul sito ufficiale) o seguire i tutorial che trovi in rete per imparare a usare la suite di Adobe CS5, che adesso è la più diffusa, e quindi proporti agli studi editoriali, agli editori e alle aziende che si occupano di servizi per la stampa in genere. Potresti arricchire la tua formazione leggendo qualche testo che ti aiuti ad approfondire quali sono i meccanismi e le esigenze del lavoro editoriale, in questo blog ne trovi recensiti un po’ nella categoria “bibliografia”. In bocca al lupo!

  4. Buonasera, sono venuta a conoscenza della possibilità di un corso di formazione gratuito della Scuola di Editoria di Firenze, un corso per Redattore Editoriale per l’esattezza…secondo voi vale la pena tentare di frequentarlo? Si tratta di una Scuola valida? Il titolo rilasciato è quello di “Tecnico della gestione delle fasi di lavorazione del prodotto editoriale” e prevede uno stage di 300 ore. Vorrei provare a entrare in graduatoria ma ci sono solo 14 posti e sarà dura! Grazie, saluti

    • Cara Sara, se i temi trattati nel corso rispondono alle tue esigenze io ti consiglierei di provare: 300 ore di stage non sono poi male, naturalmente informati bene sulle competenze che verranno insegnate e su dove verrebbero svolti gli stage. I corsi a pagamento della stessa scuola sono gestiti piuttosto bene che io sappia, per cui credo ci sia da sperare…

  5. Salve,
    dopo mesi di ricerca in internet ho trovato questo blog davvero interessante.
    Mi permetto di pubblicare un post perché anch’io, come altri, sono un po’ confusa sulla possibilità di entrare nel mondo dell’editoria.
    Sono una neo-laureata magistrale in Linguistica e una laureata triennale in Lettere, credo di avere una buona formazione linguistica e una buona attenzione formale.
    Mi piacerebbe davvero tanto poter lavorare, anche solo occasionalmente, come correttrice di bozze. Ma non sto davvero capendo come fare: corso, master, esperienza, fortuna? Che cosa conta di più?
    Ho già inviato dei CV in alcune case editrici, ma le mie aspettative sono state disattese.
    Sono consapevole del fatto che non vi sia una ricetta sicura per riuscire, ma forse un consiglio, o un lume sulla via ancora oscura, potrebbe essere d’aiuto.
    Grazie mille.

    • Cara Silvia, forse la somma di corso/master + esperienza + tanta fortuna… Il mondo dei correttori di bozze purtroppo è un tantino saturo, gli aspiranti tali sono tantissimi, gli editori e gli studi hanno pochi soldi e così chi riesce veramente a lavorare e trarne da vivere è solo la punta di un iceberg. Ma non demordere: ripresentati alle case editrici dopo avere acquisito le basi del mestiere (altrimenti può essere davvero difficile).

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