Correzione bozze: come fare un preventivo

Come si calcola un preventivo di correzione bozze? Quali tariffe applicare?

La parte burocratica del nostro lavoro richiede molta energia: i preventivi, i conteggi, la gestione delle fatture. Abbiamo voluto raccogliere qualche suggerimento che ci ha fatto risparmiare a suo tempo ore preziose, ad uso dei lettori. 

Cosa deve comparire nel preventivo

In un preventivo è bene indicare con chiarezza il compenso richiesto, il tempo necessario e il tipo di lavoro che svolgerete.

Se il cliente è un editore o uno studio, sarà facile ragionare con lui di cartelle (lo ricordiamo, una cartella corrisponde in genere a 1800 caratteri spazi inclusi) e proporre quindi un prezzo a cartella; in caso contrario, verosimilmente il committente vorrà solo sapere quanto gli costa più o meno il lavoro in totale.

Cosa serve sapere per calcolare la tariffa?

Regola numero uno, richiedete tutti i dettagli che vi occorrono per stabilire al meglio quanto tempo e quanta fatica servirà per quel lavoro:

  • quanto è lungo esattamente il testo da correggere (in battute spazi inclusi, non in pagine o parole; se non vogliono fare loro il conto, chiedete che vi mandino il materiale);
  • che tipo di correzione si aspettano (solo i refusi e la punteggiatura o un editing invasivo? Un occhio anche all’impaginato o tutto via Word?);
  • con quali strumenti dovrete effettuarla (bozza cartacea da rispedire a spese vostre, file di testo, file d’impaginazione, Pdf su cui apporre commenti in formato elettronico…);
  • qual è il margine massimo di tempo che intendono concedervi.

Se siete riusciti a ottenere tutte queste indicazioni, o avete sottomano almeno una parte del testo, piuttosto che rischiare una stima sbagliata provate a correggere una cartella o due e cronometrate il tempo (ed eventualmente sottoponetela al cliente per una conferma del metodo usato). Magari non dall’incipit, che è tendenzialmente il più pulito, ma dal cuore del testo.

Specie se non avete tanto la mano con questo genere di valutazioni, ciò vi aiuterà molto a stabilire se è un lavoro “tappabuchi” o uno impegnativo, che vi impedirà di prenderne altri per un po’.

Una volta stimati tempo medio e difficoltà, potete tirare le somme dei soldi che vi spettano per svolgere la correzione.

Cosa da tenere a mente nel calcolare un preventivo

Il ritmo di lavoro

Difficilmente potrete mantenere per giorni il ritmo che avete misurato per quelle due cartelle di prova: alla stima dei giorni di lavoro aggiungetene sempre almeno uno o due. Ricordate di indicare chiaramente al cliente che state parlando di giorni lavorativi, quindi esclusi i festivi. 

Le tasse

Se avete la partita Iva, considerate due fattori. Primo, qualunque cosa il commercialista vi abbia detto, il netto che vi troverete in tasca alla fine di tutto corrisponderà a circa la metà del lordo, Iva esclusa.

Perciò se vi sembra che un compenso equo per il vostro lavoro sia di, poniamo, 200 euro, voi dovrete fare un preventivo per 400 + IVA.

Secondo: c’è sempre molta ambiguità intorno al famoso 4% di rivalsa Inps da indicare in fattura. Tecnicamente è una tassa che fate pagare al committente, e che quindi si dovrebbe aggiungere alla cifra che voi indicate come totale.

Nella pratica, non è obbligatorio imporre la tassa al cliente, non tutti ne conoscono bene il meccanismo, non tutti danno per scontato che voi la aggiungerete al totale.

Morale: per sicurezza, calcolate il 4% prima di emettere la fattura e includetelo nel vostro totale; per una somma di 200 euro, ad esempio, presentate direttamente un preventivo da (200 x 2) + 4% = 416 euro + IVA.

Aziende e privati

Se state inviando un preventivo a un privato e applicate l’IVA, saprete che il cliente dovrà pagare la vostra IVA ma non la scaricherà dalle tasse (in soldoni) come farebbe un’azienda: siate chiari nell’indicare quale sarà la somma complessiva da versare, onde evitare che il committente protesti o cerchi di indurvi a lavorare al nero.

È prassi comune fare ai privati un prezzo leggermente inferiore, proprio per questa ragione.

È altrettanto utile chiedere ai suddetti un anticipo, visto che, se decidono di non pagarci, sono loro i più difficili da ripescare. Per incidens, di solito sono anche i clienti potenzialmente più difficili, in quanto meno abituati ai meccanismi del vostro lavoro.

La firma

Spesso mancano il tempo e le condizioni, ma sarebbe decisamente meglio richiedere la firma del preventivo, anche elettronica, o una qualche forma di conferma scritta impugnabile: la posta certificata può venire in aiuto.

Un ordine inviato via email dal cliente anche. In mancanza d’altro, per lo meno conservate la conferma via mail.

Quali tariffe applicare

La domanda che molti neo-correttori di bozze si pongono riguarda piuttosto quali sono le tariffe eque da cui partire per stabilire un preventivo.

Una risposta inequivocabile non esiste: l’esperienza vi aiuterà, nel tempo, a stabilire qual è la cifra adatta per ciascun tipo di bozza. In linea generale, potete dare un’occhiata ai tariffari raccolti qui, e qui.

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Esempio di voci di spesa

Se volete stendere un preventivo dettagliato, ecco una lista indicativa delle più comuni voci di spesa, da cui trarre libera ispirazione per i vostri preventivi:

  • valutazione (lettura del testo; stesura di una scheda di valutazione professionale comprendente sinossi e commento);
  • editing approfondito (correzione di refusi ed eventuali errori di grammatica, ortografia, punteggiatura; controllo e uniformazione dello stile; controllo e correzione dell’architettura generale del testo; controllo della coerenza di personaggi, luoghi, azioni, date, età e simili; stesura o rielaborazione di parti mancanti o troppo sintetiche sulla base di fonti fornite dal committente / reperite dal correttore; resoconto periodico all’autore tramite e-mail/telefono degli interventi necessari);
  • correzione di refusi ed eventuali errori di grammatica, ortografia, punteggiatura;
  • uniformazione secondo norme editoriali fornite dal committente / norme editoriali di uso corrente;
  • verifica dell’impaginato (coerenza generale, riscontro degli indici e delle testatine, controllo corrispondenza didascalie-immagini, verifica delle numerazioni);
  • controllo e uniformazione dei riferimenti bibliografici con verifica della loro esattezza tramite ricerche on-line;
  • realizzazione dell’indice generale / dell’indice dei nomi;
  • inserimento delle correzioni in file Word / file Indesign o Xpress / tramite note elettroniche applicate al Pdf / a mano (segue spedizione della bozza via posta celere a spese del committente);
  • riscontro e collazione delle bozze precedenti;
  • lavorazione presso la vostra sede / trasferte / consegna a mano;
  • lavorazione urgente (fuori orario o nei weekend).


Se qualche voce di questo elenco non vi è chiara o avete dubbi su come si svolgano alcune delle fasi di lavoro descritte, potrebbe venirvi in aiuto il nostro corso online Impara la correzione di bozze.

Trucco utile

Se siete fortunati e ricevete decine di richieste di preventivi al giorno, ma non potete lo stesso permettervi una segretaria, ideate dei trucchi per velocizzare il tutto.

Per prima cosa, preparatevi una e-mail preconfezionata di risposta per le diverse richieste possibili (per esempio, una per il romanziere esordiente, una per l’editore che vuole farsi un’idea delle tariffe generali, una per la correzione bozze standard richiesta da uno studio editoriale).

Quindi, elaborate un vostro tariffario, il più dettagliato possibile, al quale fare riferimento quando volete sapere che prezzo avete fatto al cliente precedente, o che prezzo avete stabilito come intoccabile dopo un’esperienza di schiavismo occasionale.

Infine, magari con l’aiuto di un grafico o con Canva o Crello, potete predisporre un documento “ufficiale” per i preventivi, con un aspetto gradevole e ordinato, il tipo di cosa che la segretaria possa stampare e presentare al capo senza che lui se lo perda: un Indesign da aggiornare e poi salvare in Pdf, per esempio.

26 pensieri su “Correzione bozze: come fare un preventivo

  1. […] Stilare un preventivo: altro problema di difficile soluzione. Un editing di narrativa è il classico lavoro che lievita nelle mani: si sa quando si comincia, mai quando si finisce. L’ideale sarebbe concordare una tariffa che comprenda un numero fisso di letture e di incontri con l’autore, basandosi sulla propria esperienza, e specificare che tutti gli interventi extra saranno conteggiati a parte. Un buon editing può richiedere mesi: fate una media fra un ragionevole costo a cartella e un ipotetico costo a giornata. Per un romanzo di media complessità, che non richieda la lettura di numerose fonti o la verifica di troppi dati e che necessiti di massimo tre fasi di lavorazione (prima lettura, editing, rifinitura), una base di partenza accettabile è fra i 5 e i 7 euro a cartella. Se subodorate l’autore assillante o preferite confrontarvi con i vostri scrittori spesso e di persona, calcolate già qualcosa in più. Il costo finale non sarà basso, specie per un privato: per questo è molto importante illustrare dettagliatamente al potenziale cliente il meccanismo e il livello di impegno che l’operazione richiede, e convincerlo che il compenso è davvero commisurato all’impresa. Poi, però, non barate: trattate il suo romanzo nel cassetto come se fosse il vostro! Share this:CondivisioneTwitterFacebookStumbleUponLike this:LikeBe the first to like this post. […]

  2. […] Con che contratto lavora un correttore di bozze?A volte i correttori lavorano assunti in una redazione con un contratto a tempo indeterminato, a tempo determinato o (raramente) con un accordo di lavoro parasubordinato.Più spesso il lavoro si svolge da libero professionista, cioè un freelance con Partita Iva; essere freelance non coincide necessariamente con fare correzioni di bozze da casa: può significare anche operare in sede per un’agenzia, uno studio editoriale, un service. Approfondimento: Correttore bozze: il contratto di lavoro.Devo aprire la partita Iva prima di candidarmi?Per lavorare nel campo dell’editoria aprire la Partita Iva “sulla fiducia” non è indispensabile. Tuttavia, se si è già pronti a proporsi e convinti di voler intraprendere questo percorso professionale, potrebbe essere utile. All’inizio della carriera può spaventare l’idea di aprire subito la Partita Iva; in realtà il timore è spesso ingiustificato, purché ci si affidi a un buon commercialista che fornisca le istruzioni necessarie e suggerisca la formula più adatta. Approfondimento: Correttori di bozze freelance: calcolare l’Iva.Un’alternativa alla Partita Iva è la prestazione occasionale: non si deve superare il tetto dei 5000 euro lordi all’anno di guadagno, quindi è una soluzione temporanea per chi ha un altro lavoro e sta cercando di cambiare profilo professionale, o vuole sondare il mercato prima di lanciarsi.Quanto guadagna un correttore di bozze?Dipende. Chi fosse assunto in una casa editrice potrebbe contare su uno stipendio fisso da impiegato, ma la maggior parte di noi lavora come freelance, quindi il guadagno dipende dal flusso di lavoro e dalle tariffe che si spuntano. Se state pensando di buttarvi nell’editoria perché è lì che si fa la grana, ecco, forse non è proprio vero, ma ci si può vivere.Dato che crearsi un giro di clienti non è un’impresa velocissima, i primi anni di attività di un redattore freelance potrebbero essere magri.Approfondimenti: Tariffe correzione bozze; Editing: quanto farsi pagare; Correzione bozze: come fare un preventivo. […]

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