Correzioni non accolte: imparare dagli errori

Nella correzione di bozze capita che una modifica venga rifiutata: è utile capire perché, imparare a reagire e sapere come prevenire.

Sia durante una correzione di bozze, sia (soprattutto) durante un editing può capitare che una correzione proposta da noi venga rifiutata. Si tratta di un’esperienza molto comune, sulla quale è però molto utile riflettere: può essere molto istruttiva!

Premessa: chi è il committente?

Ci sono molte variabili nella dinamica di una correzione che non viene accolta.

Potrebbe essere l’autore a rifiutare la correzione, per varie ragioni (anche, semplicemente, di gusto personale o di carattere). In questi casi ci si può orientare con questa regola: l’autore ha sempre ragione, a meno che violi le norme editoriali o/e le decisioni strutturali prese dall’editore (se, naturalmente, un editore c’è).

Potrebbe essere la persona di riferimento interna alla casa editrice e non accogliere la correzione: chi dirige il progetto o la collana, o l’editore stesso per le realtà più piccole. In questo caso, le ragioni saranno verosimilmente valide e la situazione avrà qualcosa da insegnarci (e non sarà difficile ricevere, o almeno chiedere, spiegazioni).

Se il committente è un privato o un’azienda, che per esempio ha commissionato la correzione dei testi del proprio sito internet oppure la revisione del proprio romanzo inedito, il “parere” del correttore dovrebbe essere percepito come un po’ più forte: il cliente conosce la propria materia meglio del correttore, ma si sta comunque affidando alla sua esperienza per ottenere un buon risultato.

Esempi di correzione bozze

Le ragioni del rifiuto che una nostra proposta riceve possono risiedere in diverse sfumature: proviamo a valutare insieme alcuni esempi.

Primo esempio

Prendiamo il caso seguente: sto correggendo un manuale che spiega come progettare un orto sul balcone. Incontro una lista di istruzioni un po’ complicata, che mi sembrerebbe meglio sistematizzare sotto forma di tabella. La proposta non viene accolta. Perché?

  • Forse l’idea era buona, ma in quel libro non ci sono altre tabelle e inserirne una creerebbe uno squilibrio.
  • Forse l’idea era buona, ma poco aderente allo stile discorsivo e “vintage” con cui il testo è stato scritto.
  • Forse l’idea sarebbe stata buona in prima bozza, ma ormai siamo in una fase avanzata della lavorazione e diventa troppo complicato inserire una modifica così impegnativa.
  • Forse l’idea era buona, ma il formato del libro è troppo piccolo per ospitare una tabella così come è stata proposta.

Secondo esempio

Ecco un altro caso: sto correggendo un “libro delle vacanze” per bambini della primaria. Incontro un esercizio che mi sembra difficile da capire e propongo una modifica nella consegna. La proposta non viene accolta. Perché?

  • Forse il livello di difficoltà dell’esercizio e la formulazione della consegna sono in realtà coerenti con scelte operate a monte, e lasciare le cose come stanno è la soluzione migliore.
  • Forse ho proposto una soluzione adeguata, ma non ho spiegato quale fosse il problema di partenza e la mia proposta non era quindi comprensibile.
  • Forse ho riconosciuto un problema, ma non ho dato la soluzione adeguata:
    • ho usato un lessico troppo difficile per il target;
    • ho semplificato la consegna, ma ho reso difficile applicarla;
    • ho proposto una soluzione difforme rispetto agli altri esercizi simili dell’unità o del volume.
  • Forse ho proposto una soluzione incoerente con la struttura della pagina: per esempio, ho consigliato di “scrivere tre frasi” ma non è possibile inserire, in quella pagina, lo spazio per scrivere.
  • Forse la modifica è stata sottoposta all’autore, che prenderà una decisione solo sulla bozza successiva.

Terzo esempio

Ecco infine un terzo caso. Sto correggendo le bozze di un thriller psicologico, scritto da uno psicoterapeuta divenuto romanziere. Incontro una ripetizione: la parola “psicanalista” compare un po’ troppe volte, e la sostituisco. La correzione non viene accettata. Perché?

  • Forse ho utilizzato un sinonimo improprio, per esempio ho scelto “terapista”, che non è un vocabolo adeguato per la sostituzione (si tratta di figure professionali diverse).
  • Forse risolvere le ripetizioni è una scelta poco in linea con il modo di esprimersi del personaggio, caratterizzato proprio da un andamento iterativo.
  • Forse non ho indicato le ragioni del mio suggerimento, e la correzione è stata considerata superflua.
  • Forse l’autore ha già discusso con l’editor tutti i cambiamenti lessicali che considera accettabili, e ora è solo il momento di cercare refusi.

Che cosa si può imparare

In questi esempi abbiamo affrontato diversi casi di correzione non adeguata, sulla base di diversi parametri:

  • il registro
  • il target
  • l’uniformità redazionale
  • l’uniformità stilistica e il taglio dell’opera
  • l’aspetto grafico e lo spazio a disposizione
  • la fase di lavorazione
  • il nostro ruolo nel processo.

Abbiamo anche capito che ci sono aspetti del testo che potremmo non conoscere a fondo, dal punto di vista del contenuto teorico, della progettazione, delle “intenzioni” editoriali. L’autore e l’editore verosimilmente hanno uno sguardo più ampio e più competente del nostro: fidarci ci aiuterà a migliorare a nostra volta.

Superare la reazione istintiva

Diciamo la verità: quando le soluzioni che proponiamo, e che ci erano sembrate buone, vengono ignorate o contestate passiamo qualche secondo in compagnia di un senso di umiliazione o, a seconda del temperamento, di rabbia. Si tratta di una reazione naturale.

Tuttavia superare la risposta emotiva istintiva e ragionare sull’accaduto, chiedendo spiegazioni dove sia ragionevole farlo, ci sarà di grande aiuto per affinare il nostro metodo.

Naturalmente succede anche che la soluzione adottata al posto della nostra non sia, oggettivamente, migliore della nostra. In quel caso occorre avere l’umiltà di accettare che non siamo onnipotenti, e che il libro (la rivista, il sito…) non ci appartiene: non sta a noi prendere le decisioni definitive, nemmeno se sono quelle giuste.

Imparare a collocarsi in questo “limbo” un po’ invisibile del ruolo di correttori e correttrici può essere difficile, all’inizio, ma è importante per condurre bene la propria carriera.

Imparare la correzione di bozze per prevenire i rifiuti

Anche se non è pensabile sperare che non ci succeda mai di confrontarci con un rifiuto (è anzi normale e frequente, altrimenti non avrebbe senso mobilitare un intero team per lavorare a un unico libro), certamente si può imparare a migliorare la propria professionalità con l’obiettivo di prevenire questi episodi, proponendo correzioni il più possibile pertinenti e pensate.

In linea molto generale, un percorso proficuo potrebbe passare per queste domande:

  • qual è esattamente il problema, e che cosa/chi riguarda (il contenuto, la forma, il target, l’aspetto estetico)?
  • la mia correzione risolve completamente il problema, tenendo conto di tutti gli aspetti (stile, taglio, uniformità, aspetto grafico/spaziale, lessico, fruibilità del testo da parte del lettore…), o sposta il peso del problema su un altro aspetto del testo?
  • ho spiegato chiaramente (e brevemente) quale sia il problema e perché la mia correzione lo risolva?
  • in questa fase della lavorazione, vale ancora la pena di intervenire su questo problema?

A questi elementi viene dedicato ampio spazio nelle lezioni del corso Perfeziona la correzione di bozze, dove spiego per esempio come:

  • allinearsi allo stile dell’autore;
  • selezionare il modo migliore per risolvere una ripetizione;
  • gestire la localizzazione nei testi tradotti;
  • gestire l’adattamento del testo in base ai destinatari e al contesto;
  • immaginare gli spazi nel capitolo e nella pagina.

Se possiedi già le nozioni base, potrebbe essere interessante per te seguire il corso (qui trovi il programma dettagliato). 

Se sei neofita, invece, ti consiglio di cominciare dal corso base Impara la correzione di bozze. Qui, oltre alle tecniche base, potai imparare:

  • quanto intervenire su un testo;
  • come indicare le correzioni in modo produttivo per tutti;
  • quando ha senso avanzare delle proposte di modifica sostanziali;
  • come regolarti con problemi che vanno al di là del semplice “errore”.

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